di Luigi Simonetti

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 Itaca

Assorto
guardo lontano.
Orizzonte confuso
dove il cielo si perde.

Sto in silenzio
le mani appoggiate sul bordo
di questa mia nave
casa mai quieta
di un vagare insoluto
verso destino
che forse
sol di un sogno
era Parto.

Il sole s'è alzato
sopra indistinta barriera
accende di luce ogni onda
come stella caduta
di notte
su gocce di brina.

La rotta più non ricordo
il passato un miraggio di pena
l'amore più volte rimpianto
un Dì non bastava
a fermare la scena.

Il vento ora s'alza
leggero
la vela risplende nel sole
l'onda ora sento
tagliare furtiva

profonda ferita
che non dà dolore.

Laggiù
fra la coltre di nubi
forse è il luogo
che mi vide partire.

Forse invece
s'è perso
e la casa che resta
è questo viaggio

dove il fine
è solo l'andare.

 

- Luigi Simonetti - 
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